Il raro gioiello neogotico è un simbolo della città
C’è voluto molto tempo – l’architetto Sergio Giovanazzi ci lavorata dal 2007 – ma alla fine la chiesa evangelica della Trinità di Arco ha potuto beneficiare di interventi tanto urgenti quanto solo parziali.
Ieri mattina il pastore Martin Burgenmeister ha presentato il risultato del restauro cominciato nel luglio dello scorso anno, insieme all’architetto Marco Giovanazzi e il restauratore Luca Bronzini.
La chiesa, insolito gioiello in stile neogotico inaugurata nel 1900, avrebbe bisogno di interventi strutturali, ma in mancanza di risorse questo è comunque un risultato, si è detto nel corso della presentazione.
“Siamo riconoscenti al sindaco Betta per essersi impegnato veramente per noi portando avanti la nostra causa in Provincia. E ringraziamo anche la stampa perché senza l’attenzione dei media forse la situazione non si sarebbe ancora sbloccata” ha detto il Pastore, ricordando che tutti i solleciti all’ente provinciale restavano inascoltati prima dell’appello pubblico dei mesi scorsi.
La provincia, alla fine, si è mossa e ha contribuito alla spesa per il 75% sul totale, 88 mila euro sui 125 mila complessivi. “Abbiamo ricevuto anche un bel contributo dalla Cassa Rurale Alto Garda” aggiunge Burgenmeister.
Certo, continuano i tecnici, i lavori svolti finora sono parziali: “Il progetto iniziale, del 2007, prevedeva un’opera decisamente più importante – specifica l’architetto Giovanazzi – con abbattimento delle barriere architettoniche. restauro del pavimento, installazione di servizi igienici, riscaldamento, per una stima che allora si aggirava intorno agli 800 euro mila euro. Per ora ci siamo limitati a tamponare l’emergenza umidità, il problema principale dell’edificio. Un grazie per la collaborazione va alla Soprintendenza ai bei architettonici, in particolare all’architetto Cinzia D’Agostino”.
Tra due anni circa, ha detto il pastore, si potrà pensare ad ulteriori misure di intervento, nel frattempo i tecnici terranno monitorata la chiesa per capire come meglio affrontare la questione dell’umidità.
Il progetto originario puntava a fare della chiesa evangelica un luogo di culto e di cultura. “Per Arco questo è un vero e proprio monumento – conferma il sindaco Betta – e grazie alla bella sinergia che si era creata tra il Comune e la Comunità evangelica riusciamo a collaborare. Inoltre questi spazi sono di tutti, e potranno ospitare anche eventi culturali”.
L’obiettivo di aprire le porte della chiesa alla comunità non solo dei fedeli è già realtà, nei prossimi giorni, con due concerti nell’ambito di “Pasqua musicale”. “E il mese prossimo per l’iniziativa “Palazzi Aperti” il Comune di Arco porterà la gente a visitare la chiesa evangelica” ha anticipato Giancarla Tognoni, dell’Ufficio alle attività culturali. “Una gioia vedere il risultato dei lavori – ha detto don Luigi Amadori a conclusione della mattinata di presentazione – perché questa chiesa se la ricordano in tanti, per un periodo fu anche cattolica, dedicata a S. Teresa, e vi si celebravano i matrimoni… Adesso vogliamo che in questi spazi entrino tutti, cattolici ed evangelisti insieme”.