La Chiesa evangelica di Arco, unico centro protestante in Trentino nonché patrimonio artistico e simbolico della comunità, ha bisogno di aiuto. L’umidità e il tempo che passa hanno reso ormai improrogabili gli interventi di restauro e manutenzione, ma i finanziamenti per un’azione definitiva non ci sono.
Così, ieri pomeriggio il pastore Martin Burgenmeister, referente della comunità evangelica di Merano, ha lanciato un appello per sensibilizzare il pubblico nei confronti della situazione in cui versa il gioiello architettonico di via Roma. Insieme al pastore, anche l’architetto Marco Giovanazzi, l’ingegnere Antonia lorenzi, responsabili, con la ditta di restauri Bronzini, del progetto: “C’è una grande umidità, dovuta in parte alle arzigogolate forme dei pluviali della chiesa neogotica. Ciò ha danneggiato parte degli apparati lapidei, gli intonaci, e anche le vetrate sono state restaurate dopo una faticosa ricerca dei materiali originali. Però il progetto è in stallo dal 2007, servono interventi radicali che non riusciamo a completare per mancanza di fondi, nonostante la sensibilità degli addetti ai lavori in Provincia” hanno spiegato di fronte all’amministrazione arcense. In totale servirebbero 700 mila euro, ma gli interventi d’emergenza, cominciati a luglio ora in fase conclusiva, sono stati limitati a poco meno di 90 mila euro. Inaugurata nel febbraio del 1900, la chiesa è un raro esempio di contaminazioni stilistiche: dal neogotico al tirolese, dallo stile Germania del Nord ai modernismi. Dal 1994 non subisce manutenzione alcuna.
“Serve un intervento complessivo per restaurare in via definitiva la struttura, ripristinare il riscaldamento mettere a norma l’edificio in vista di eventi culturali da ospitare, togliere le barriere architettoniche – ha specificato il pastore – ma per ora siamo stati costretti a questo intervento urgente. Speriamo di poter continuare i lavori in futuro. Abbiamo parlato con Pacher, con la Cassa Rurale, ma vorremmo anche aprire al pubblico, e fare un appello a chi ha a cuore questa chiesa”.
Da parte del Comune, presente con il sindaco Betta e gli assessori Max Floriani e Stefano Miori, massimo sostegno: la chiesa è stata riconosciuta bene d’interesse pubblico, e come tale dovrebbe finalmente scalare la graduatoria degli aiuti della Provincia. Ma i soldi non ci sono ancora. “Il comune è sensibile – ha garantito Betta – e abbiamo stipulato un accordo per svolgere eventi nella bella cornice della chiesa, riconoscendole la caratteristica dell’interesse comune”. “Oltre al grande valore storico ed architettonico – ricorda Floriani – bisogna dire che tra gli anni ’30 e ’60 la chiesa fu cattolica e là si celebrarono molti matrimoni e ricorrenze della comunità di Arco. L’affetto degli arcensi non manca”.