Arco, il “grazie” del pastore per la mediazione del comune con la provincia: “Eseguiti gli interventi urgenti”
È presto per cantare vittoria e gridare allo scampato pericolo, ma le possibilità di trarre in salvo la chiesa evangelica di Arco – uno dei palazzi più belli e fotografati della città al punto da indurre, ormai qualche anno fa, una conosciuta rivista a diffusione nazionale a scambiarlo per il duomo arcense – si sono a dir poco impennate grazie al restauro operato, in questi mesi, da Luca Bronzini e dal suo staff, sotto l’occhio attento del progettista, l’architetto Marco Giovanazzi.
Un intervento in assoluta emergenza sbloccatosi dal punto di vista finanziario (contributo della provincia) lo scorso autunno, in seguito all’appello lanciato dall’allora vicesindaco Alessandro Betta e dal suo assessore alla cultura Max Floriani. Ieri mattina il pastore Martin Burgenmeister, della comunità evangelica di Merano, ha aperto le porte della chiesa di via Roma per una sorta di cerimonia di presentazione dei lavori appena eseguiti. Il pastore – che a lungo saluterà Arco e gli arcensi avendo esaurito la propria missione alla guida della comunità di Merano – ha voluto ringraziare il comune per l’appoggio dato nel momento in cui tutto, o quasi, sembrava irrimediabilmente perduto (la richiesta di contributo era bloccata a Trento da molto tempo) e la chiesa destinata ad un triste oblio. Ma i ringraziamenti sono andati anche alla provincia che ha deciso di sostenere l’intervento di restauro finanziando il 75% dei 125 mila euro spesi per sistemare la parte alta dell’edificio, dalla copertura alle vetrate. E un pensiero è stato rivolto pure alla Cassa Rurale, che ha contribuito con 5 mila euro, e al decanato guidato da Don Luigi Amadori, con il quale la comunità evangelica collabora da anni. “Gli arcensi hanno dimostrato affetto verso questa chiesa – ha spiegato il pastore Burgenmeister – e di questo li ringrazio di cuore. Ora siamo riusciti a risolvere l’emergenza mentre per un intervento più radicale si dovrà aspettare tempi migliori”.
Il progetto iniziale, redatto nel 2007 dall’architetto Sergio Giovanazzi, prevedeva un’opera ben più consistente e una spesa di quasi 800 mila euro che oggi andrebbe aggiornata. La Provincia ha sempre detto no a questo esborso e solo in finale, anche grazie agli articoli del Trentino, si è convinta ad allargare i cordoni della borsa ma solamente per le manutenzioni necessarie ad impedire l’ulteriore deterioramento della chiesa. La ditta Bronzini ha così provveduto a ripulire le facciate esterne, a cambiare le grondaie, a riparare gli elementi in pietra, a sostituire le vetrate in cui si infilava, copiosamente, l’acqua piovana. Non è stato tinteggiato l’interno perché prima si dovrà risolvere il problema dell’umidità. La chiesa, ora, verrà arieggiata e tenuta continuamente monitorata al fine di capire dove e perché ha origine questa umidità di risalita. “L’obiettivo, che è anche una speranza, è di riuscire a completare il restauro – ha concluso il pastore, che riaprirà la chiesa in occasione della Pasqua – visto che c’è da rifare la pavimentazione, realizzare l’impianto di riscaldamento, uno dei motivi per cui c’è così tanta umidità, e magari ricavare anche i servizi igienici”.